Contenuti duplicati, copiati o ridondanti: quali i più gravi?
Contenuti duplicati, copiati o ridondanti
Possono esserci cose molto più serie di qualche contenuto copiato e certamente più serie di pagine duplicate, per errore, dal CMS. Ad ogni modo certo, in determinate condizioni può essere un problema soprattutto se lasciamo passare mesi, anni e secoli prima di “aggiustare” il sito web.
E infatti si legge testualmente sulla pagina di Google https://support.google.com/webmasters/answer/66359?hl=it:
"La presenza di contenuti duplicati su un sito non giustifica l'adozione di misure particolari, a meno che l'intento non sia ingannevole e volto a manipolare i risultati dei motori di ricerca."
Come Google riesca a distinguere tra inteno ingannevole e intento sincero è un'altra storia ancora; ad ogni modo quel che mi pare di capire (lo evinco dalle domande che mi vengono fatte) è che non sono ancora del tutto chiari i seguenti concetti:
copiato e duplicato non sono la stessa cosa;
il contenuto ridondante può essere molto più pericoloso del contenuto copiato;
il contenuto ridondante può essere molto, molto più pericoloso di quello duplicato.
Sebbene copiato e duplicato possano di per sé essere anche il risultato di qualcosa di automatico, quelli ridondanti no, quelli ridondanti sono frutto dell’intenzione (ingannevole) a voler popolare il sito web con pagine ad cavolum.
E sempre nella stessa pagina sopra indicata leggiamo infatti:
"Riduci al minimo i contenuti simili. Se disponi di molte pagine simili, prova a espandere ciascuna di esse o a consolidarle tutte in una sola pagina. Ad esempio, se il tuo sito di viaggi contiene pagine distinte per due città ma le informazioni sono le stesse su entrambe le pagine, potresti unire le due pagine in una sola pagina riguardante entrambe le città o espandere ciascuna di esse in modo che presenti contenuti unici su ciascuna città. "
Insomma, se dovessimo disegnare la scala gerarchica della “gravità” di questo tipo di contenuti avremmo:
- ridondanti;
- copiati;
- duplicati.
Saperlo e capirlo ci è utile sia per evitare di cadere nel terrore del “oh mamma mia adesso Google mi penalizza” sia per evitare di prendere alla leggera l’uno o l’altro e ritrovarsi – stranamente – nei meandri della SERP (se ci dice bene).
Sappiamo tutti che non è bene copiare (anche per un fattore puramente etico, volendo) e sappiamo tutti che alle volte i CMS impazziscono e duplicano le pagine che quindi sono tutte uguali ma con url differente. Probabilmente quello che ancora sfugge è che non dovremmo nemmeno (e soprattutto) creare pagine ridondanti.
Come risolvere?
Nel caso dei contenuti duplicati o copiati Google fornisce (sempre alla pagina sopra indicata) informazioni chiare ed esaustive e per approfondire anche la pagina web dedicata al “consolidamento” delle URL.
Nel caso dei contenuti ridondanti il mio consiglio è:
catalogare tutte le pagine simili;
identificare macro aree per gruppo di pagine;
verificare su Google Analytics le pagine che ricevono (per qualche recondito motivo) traffico;
tra due o più pagine tenere la pagina verso la quale Google ha mostrato in qualche modo un maggiore apprezzamento (o comunque un minor disprezzo);
utilizzare il testo delle altre pagine (se utilizzabile) inserendolo - a senso - nella pagina scelta;
fare redirezioni;
linkare la pagina scelta da altre pagine di qualità (linking interno).
E adesso vi e mi chiedo: ma non converrebbe fare - da subito - le cose fatte bene? A occhio e croce, pare proprio di sì: prevenire è sempre meglio che curare, anche nella SEO.
Con una buona architettura informativa di partenza tutta questa smazzata non ci sarebbe e addio paturnie (e soprattutto addio paturnie).
Mariachiara Marsella